mercoledì 8 ottobre 2014

Cima del Turrion - Brenta (26/09/2014)













Dopo l’ultimo gradino di bosco già rado la sorpresa del Campo Flavona: le ultime schiarite di larici e una vasta prateria sale ondulata verso l’orizzonte. Di lato la possente catena della Campa, di fronte la strana e attraente formazione del Turrion. Simile a tozzo torrione sbrecciato o  ad ara sacrificale quando imperversano i temporali.

                Dalla piattaforma di questa cima si osserva la Catena del Brenta correre a settentrione con due contrafforti impervi dall’aspetto selvaggio. Lunghe ombre e luce abbagliante ne disegnano i contorni, avanguardie di alberi si spingono fino al chiarore delle rocce. Guardo con nostalgia  le creste altissime ancora verdi di Cima Rocca e Cima Paradiso, le gemelle Cime del Vento e delle Livezze che ho percorso qualche anno fa. Sull’opposto lato quasi un controcanto  tenebroso la Cima degli Inferni e la Cima di Valscura.  Ma poi la cima di santa Maria è invocata a protezione di questa valle di pascoli e boschi di dura sopravvivenza alpina. L’ara pagana del Turrion si trasfigura quasi in un sacro altare di riti cristiani.
                Al volgere della sera seduto su di un ceppo di larice, l’Autunno pare contemplare assorto la prateria che dal verde vira al giallo. Buon cammino, ha sussurrato come un soffio di brezza. Poi ha posato ancora lo sguardo sulla corona di monti imprendibili avvolti dal sole del meriggio. (26/09/2014

Il Turrion
Campo Flavona
La piattaforma della cima del Turrion
La Campa con Cima S. Maria a dx.
La catena del Dasso Alto



Il Turrion


  

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