mercoledì 22 ottobre 2014

Temporale d'autunno





Stanotte una torma di bisonti
ha attraversato la via Lattea.
Martellare possente di zoccoli nel cielo.
Nelle pupille fise il bagliore dei lampi
le groppe inarcate grondanti pioggia


e dietro i venti ululanti del nord
a spingerli verso i pascoli d'inverno.


22/10/2014

lunedì 13 ottobre 2014

Val d'Ambiéz - Brenta meridionale.

Malga Ben






La malghe della Val d’Ambiez – 03/10/2014

                 
Tra il profumo dei mughi e delle erbe che macerano umidità insiste nella mente la passacaglia di Bach con quel suo pedale ostinato, quasi ossessivo nella proposizione del tema. Come le nuvole oggi che ostinate rinserrano le cime. Ogni tanto qualche lembo di azzurro sbiadito subito si chiude ad ogni promessa. 

                E’ il pretesto per rinunciare alla cima,  il Cimon di Cresole che oggi tra le nubi pare così abissale. O forse l’occasione  per girovagare senza meta da un versante all’altro della valle d’Ambiez, tra i pascoli delle malghe abbandonate all’autunno. I sentieri sono collegamenti logici tra le casere, tracciati dal passaggio secolare dei pastori.  La terrazza ancora verde Malga di Senaso custodita dalle quinte dei larici gialli d’autunno, la Senaso di sopra diroccata tra lembi di prato e macereti.  

                Alto sulla valle lungo i terrazzamenti di Prà del Vescovo,  il cammino si distende tra pascoli luminosi e macchie scure di mughi. Attraversato il solco della valle,  sull’opposto sentiero che conduce a malga Ben si intuisce tra le nuvole l’incombere degli sbalzi rocciosi del Dos di Dalun e di cima di Ghez.

                Dalla nebbia ovattata si materializza come dal nulla l’ultimo gregge che si affretta a valle. Salutiamo il pastore macedone che si ferma per due parole.  State attenti che l’orso si aggira nella zona!  Ma questa è la montagna e ci deve essere posto anche per l’orso, aggiunge. Centinaia di pecore sfilano spinte dai cani vigili, attenti a presenze nascoste.

                Appare la casera di Malga Ben sul limitare estremo del lato della valle che guarda il tramonto. Ricercare un pascolo su coste di prato così ripido racconta delle fatiche di un tempo. O forse della voglia di scoprire ed esplorare innate degli antichi pastori.

                Il silenzio suggestiona l’inquietudine. Il presentimento della presenza dell’orso  tra la nebbia che si addensa nei canaloni.




























mercoledì 8 ottobre 2014

Cima del Turrion - Brenta (26/09/2014)













Dopo l’ultimo gradino di bosco già rado la sorpresa del Campo Flavona: le ultime schiarite di larici e una vasta prateria sale ondulata verso l’orizzonte. Di lato la possente catena della Campa, di fronte la strana e attraente formazione del Turrion. Simile a tozzo torrione sbrecciato o  ad ara sacrificale quando imperversano i temporali.

                Dalla piattaforma di questa cima si osserva la Catena del Brenta correre a settentrione con due contrafforti impervi dall’aspetto selvaggio. Lunghe ombre e luce abbagliante ne disegnano i contorni, avanguardie di alberi si spingono fino al chiarore delle rocce. Guardo con nostalgia  le creste altissime ancora verdi di Cima Rocca e Cima Paradiso, le gemelle Cime del Vento e delle Livezze che ho percorso qualche anno fa. Sull’opposto lato quasi un controcanto  tenebroso la Cima degli Inferni e la Cima di Valscura.  Ma poi la cima di santa Maria è invocata a protezione di questa valle di pascoli e boschi di dura sopravvivenza alpina. L’ara pagana del Turrion si trasfigura quasi in un sacro altare di riti cristiani.
                Al volgere della sera seduto su di un ceppo di larice, l’Autunno pare contemplare assorto la prateria che dal verde vira al giallo. Buon cammino, ha sussurrato come un soffio di brezza. Poi ha posato ancora lo sguardo sulla corona di monti imprendibili avvolti dal sole del meriggio. (26/09/2014

Il Turrion
Campo Flavona
La piattaforma della cima del Turrion
La Campa con Cima S. Maria a dx.
La catena del Dasso Alto



Il Turrion